Quando si ha a che fare con un edificio di pregio, e che possiede un valore storico e artistico, non si può procedere a un semplice restyling, ma si deve operare un restauro conservativo. Si tratta di un intervento completamente diverso rispetto a una ristrutturazione e che necessita di competenze e attenzionisuperiori: non basta scegliere la prima ditta che passa il convento, ma ci si deve giocoforza rivolgere ad aziende che possano vantare esperienza in questo particolare settore dell’edilizia. Questo perché i problemi sono sempre dietro l’angolo e ci si deve affidare a chi conosce le trafile burocratiche e soprattutto abbia la competenza per risolvere ogni possibile contrattempo.
In città che possono vantare una lunga storia, il restauro conservativo a Genova è un’incombenza piuttosto comune, ma a volte ci si può trovare disorientati dagli obblighi a cui un proprietario è chiamato. Questo intervento è infatti regolato dalla legge e in particolare dal Decreto Legislativo n.42/2004 comma 4, testo che richiama il concetto di edificio vincolato dalla sovrintendenza ai beni architettonici. Cosa significa nello specifico edificio vincolato? Si tratta di un immobile per cui è stata notificata e motivata al proprietario una dichiarazione di interesse culturale pertanto viene compreso nel perimetro normato dal Codice dei beni culturali e del paesaggio.
Come si può effettuare una ricerca sull’esistenza di vincoli sul proprio immobile?
Il modo più sicuro è recarsi all’ufficio della Sovrintendenza del proprio comune, ad esempio Genova. Il restauro conservativo si deve fare solo ed esclusivamente quando, dichiarando indirizzo e dati catastali dell’immobile, la verifica dell’ente dia esito positivo. A quel punto dovrete procedere con una richiesta di certificazione di esistenza di provvedimento di tutela alla quale la Sovrintendenza risponderà con la documentazione completa sul decreto di vincolo.
In queste situazioni i limiti imposti dalla legge sono moltissimi e violarli significherebbe incappare in gravi conseguenze a livello legale, sia penali che civili. In ogni caso qualsiasi tipo di intervento è sotteso al ricevimento del nulla osta preventivo da parte della Sovrintendenza che ha competenza sull’immobile. Il restauro conservativo a Genova è volto a ricreare l’aspetto e la funzionalità dell’immobile di un determinato periodo della sua storia quindi non propriamente alla conservazione dell’edificio allo stato attuale.
L’obiettivo è di intervenire – come se si potesse utilizzare una macchina del tempo – per riportare l’aspetto all’epoca in cui si poteva definire l’edificio come compiuto. Per far ciò si possono apportare modifiche radicali, ma che però lascino senza alterazioni la struttura e le volumetrie degli spazi interni.
È possibile cambiare la destinazione d’uso della struttura? Allo stesso modo di quando ci si trova a operare un risanamento conservativo, è possibile procedere a una modifica parziale o anche totale della destinazione d’uso dell’edificio, ma è fondamentale che questa nuova destinazione sia compatibile con quella originaria. Naturalmente quando ci si trova di fronte a un restauro conservativo non si può lasciare spazio alla propria vena “artistica”, ma si dovrà procedere tenendo sempre a mente tutte le varie evoluzioni storiche e architettoniche che si sono avvicendate sull’edificio nelle diverse epoche. Uno dei principi cardine è quello definito dagli esperti “reversibilità dell’intervento” ovvero la possibilità di ritornare a una situazione originale, salvaguardando le parti della struttura che devono rimanere sempre ben riconoscibili. Questo è uno dei principali motivi per cui, per ottenere un risultato eccellente e in linea con i dettami della Sovrintendenza, ci si deve affidare all’esperienza e alla bravura di una ditta specializzata.
L’improvvisazione è quindi bandita così da poter evitare spiacevolissime conseguenze.